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PROVE DI COLORE
(EPREUVES DE COULEUR, COLOR PROOFS, TRIAL COLOR DIE PROOFS)
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Introdotte a partire dal 1949, sono prove singole e, come le Prove d'Atelier, presentano sempre la perforazione di controllo della Stamperia di Stato (Atelier). In genere sono testati da 8 a 10 colori differenti (fig. G13) e solo un esiguo numero di copie sono stampate per ogni colore.
Vengono prodotte da un punzone secondario e non più dal punzone originale; la cornice di impronta dello stampo che circonda la vignetta centrale è di misura inferiore (55 x 68 mm o 48 x 32 mm). Differiscono inoltre dalle Prove di Lusso in quanto non presentano l'iscrizione dell'Atelier in basso a destra.

Queste Prove di Colore, con o senza valore di facciale, vengono mostrate al Ministro delle Poste e/o ai suoi consiglieri quando si riuniscono per decidere i colori dei francobolli definitivi.
Spesso si trovano Prove di Colore con annotazioni a mano, ad es. 1709 Lor, 1510 Lx, 1705 Lc o solo un numero. Le lettere sono le abbreviazioni dei nomi delle fabbriche di inchiostro (LX o Lx o Lor = Lorilleux; LC o Lc = Lefranc, B = Brancher).

I numeri si riferiscono alle variazioni di colore degli inchiostri designati dalle fabbriche:

Queste annotazioni a matita, poste in basso a destra del cartoncino, a volte mancano perché cancellate da qualche sprovveduto che ritiene di migliorare l'aspetto della prova (fig. G12). Al contrario, queste annotazioni sono di estrema importanza, dato che costituiscono l'unico modo per risalire con certezza al tipo di inchiostro usato e alla fabbrica che lo ha prodotto.

Esistono numeri superiori a 2.000, ma mai per le emissioni di Andorra. Una completa ed interessante disamina circa i codici dei colori utilizzati dall'Amministrazione Postale francese per le Prove e i Saggi di Colore è presente nel libro:  - A KEY TO THE INK-COLOR NUMBERS ON "FRENCH PROOF'S" - di Robert G. Stone, edito nel 1979 dalla "France and Colonies Philatelic Society Inc." di New York.

Tra il 1946 e il 1964 i codici dei colori sono costituiti da un numero a 4 cifre, compreso tra 1100 e 1721. Raramente il colore non è segnato sotto forma di codice, ma viene scritto per esteso (es. Vert Olive). Dopo il 1965, i codici dei colori (presenti solo sui Saggi di Colore, in quanto le Prove di Colore non vengono più prodotte a partire dal 1956 circa) cambiano.

Le Prove di Colore non sono firmate come le Prove d'Artista e non presentano neanche il timbro a secco dell'Imprimerie.

Le dimensioni delle Prove di Colore sono più costanti di quelle delle Prove d'Artista, misurando di solito da 13,5 x 10,5 cm  a  14 x 11 cm. I numeri dei pezzi stampati non sono noti, ma di solito non si superano le 10 unità per ogni colore. Per alcune emissioni degli anni '50, esistono contemporaneamente sia le Prove di Colore che i Saggi di Colore.

In ultimo, un cenno meritano anche delle Prove di Colore prodotte da Stamperie Private negli anni '30 e '40 (Institut de Gravure) che non rispettano le regole fin qui esaminate; si tratta di un cartoncino piegato in due con cerniera superiore e finestra ritagliata nella parte anteriore.
Tra le due metà del cartoncino è inserita la vignetta stampata su carta sottile non gommata (fig. E66).
In queste Prove, non sono presenti nè le annotazioni relative al colore utilizzato nè alla fabbrica di provenienza dell'inchiostro; ovviamente, manca la perforazione di controllo nella parte inferiore del cartoncino, essendo questa una caratteristica esclusiva dello sole Prove stampate all'interno dell'Atelier.

© Giorgio Leccese
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